martedì 29 agosto 2017

La Total vuol far cambiare strada al petrolio Lucano. Assurdo, passa da Roma ma senza vedere il Papa



Leggevo la notizia sulla rivista Staffetta Quotidiana e non mi sembrava vera.

Al fine di superare gli ostacoli di Taranto, pur di incominciare la produzione di petrolio la Total
Percorso oleodotto Tempa Rossa - Taranto
ha deciso di cambiare strada, nel vero senso della parola. Il polo logistico Raffineria di Roma di Pantano dovrebbe ricevere via autobotte il greggio prodotto dalla Total a Tempa Rossa, in Basilicata, per poi esportarlo via mare. Almeno, questo è quello che si apprende leggendo il progetto presentatolo scorso primo agosto al Ministero dell'Ambiente dalla Raffineria di Roma Spa, la società controllata da TotalErg, titolare del deposito di Pantano di Grano che ha chiesto l'esclusione dalla Via.

Le modifiche richieste, riguardano essenzialmente la realizzazione di un nuovo ponte di scarico per la ricezione dei mezzi che trasporteranno il grezzo dal centro olii di Corleto di Perticara (PZ), per un massimo giornaliero di 170 autobotti/isocontainer aventi capacità di 30 mc, che saranno caricati fino ad un massimo di 27 m. Lo stoccaggio sarà costituito da due serbatoi esistenti presso il deposito, che saranno sottoposti agli interventi di adeguamento necessari. Il prodotto sarà trasferito attraverso le pipeline e sealine esistenti alle piattaforme di carico nave poste a largo di Fiumicino, per la successiva esportazione. Inoltre, sarà installata una nuova caldaia della potenza termica di 5,9 MW, che produrrà il vapore necessario alla implementazione del progetto (mantenimento della temperatura operativa necessaria a garantire le condizioni di fluidità del grezzo).
 
Ingresso Tempa Rossa in Basilicata
Il progetto prevede la possibilità di garantire il transito settimanale di circa 22.950 mc di greggio provenienti dal centro trattamento olii di Corleto, dove affluirà il greggio estratto a Tempa Rossa, per un totale di circa 1.100.000 mc di greggio all'anno.
Un assurdo unico che dovrebbe far sollevare l’opposizione di tutto il centro meridione. In Basilicata abbiamo avuto già gravi incidenti che hanno messo a rischio l’ambiente, in particolare i corsi d’acqua. Un motivo in più per sostenere la petizione online sulla chiusura dei pozzi di petrolio in Basilicata che attualmente ha già raggiunto le oltre 5000 firme anche se lanciata solo pochi mesi fa dall’Associazione ScanZiamo le Scorie.

Sul progetto è aperta fino al 18 settembre la consultazione pubblica per la quale è possibile di inviare osservazioni al ministero dell'Ambiente.

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